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Le prime parole

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“In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” Gv 1,1

Quando una bambina o un bambino iniziano a parlare fa tenerezza vederli mentre si sforzano di esprimersi ed è buffo sentirli fare lunghissimi discorsi dei quali non si capisce una sola parola.
Che dono è la parola! I sogni, le attese, le delusioni, le paure, le ferite, le arrabbiature: tutte le emozioni hanno bisogno della parola. Quanto è importante parlare, dire, raccontare, rimproverare, consolare, stimolare, incoraggiare …

La famiglia è il primo luogo dove si insegna a parlare. Pensiamo a quanti concetti trasmettiamo con la parola ai nostri piccoli: la prima forma del bello (quante volte diciamo: è bello, non è bello?), la prima esperienza del bene (quante volte esclamiamo: è buono, è cattivo?), la prima immagine della legge e delle regole (quante volte comandiamo: si può o non si può?).

Anche Gesù avrà imparato a camminare come tutti i bambini del mondo, avrà messo i primi denti. E poi come tutti avrà cominciato a parlare. Chissà quale sarà stata la Sua prima parola?
Dopo il Battesimo, Gesù ha lasciato la casa di Maria e Giuseppe per cominciare ad annunciare al mondo la sua Parola, per parlare a tutti dell’Amore di Dio e per farlo ha usato delle parole semplici, parole che da bambino sicuramente aveva sentito pronunciare da Maria e da Giuseppe: Padre, Figlio, Amore…

Forse fra i nostri figli c’è chi tra trent’anni scoprirà qualche nuova medicina che salverà la vita di tanta gente… Forse, uno di loro, tra qualche anno, sarà la persona capace di costruire finalmente la pace tra i popoli… Forse ci sono missionari e missionarie che porteranno il Vangelo fino ai confini del mondo! Forse ci sono ragazzi e ragazze che un giorno saranno santi! Chissà!

Chi saranno, cosa diventeranno, crescendo? Da grandi, che cosa faranno? Quale sarà il progetto di Dio per la loro vita? Ancora non lo sappiamo! Nessuno di noi sa che cosa racchiude il futuro, nessuno può immaginare il sogno di Dio su ciascuno di noi!

Per ora sono affidati a noi e noi abbiamo il dovere di insegnare loro le parole per camminare nel mondo. Non possiamo limitarci a dare alla luce i nostri figli senza poi dar loro anche la luce per illuminare la loro vita. La famiglia deve essere il primo luogo dove si insegnano anche le prime parole della fede, quelle che illumineranno queste nuove vite: diventare figli del Padre, essere tutti fratelli, essere liberi, credere …

Quando i nostri figli ricevono un regalo da qualcuno, diciamo: “Ringrazia”; quando disubbidiscono, diciamo: “Chiedi scusa, prometti di non farlo più”. A volte diciamo: “Fai compagnia al papà, alla mamma, al nonno … Passa dalla nonna a salutarla, dille che venga a trovarci, che il papà ha bisogno di parlarle, ecc…  Stai qui con me, parliamo un po’”. Il bambino impara così le parole più adatte per le varie occasioni, senza ricorrere a nessuna formula stampata. Non potremmo allora anche dirgli: “Vieni, parliamo un po’ con il Signore…Prima di uscire dalla Chiesa salutiamo Gesù nel Tabernacolo…”?

La fede si trasmette insieme alla speranza e oggi di speranza c’è un bisogno disperato. Senza speranza, le cose attorno a noi, noi stessi, sono solo oggetti che si corrompono e invecchiano. Ma, con la fede, la croce, la preghiera, il dire grazie, il lodare, il Natale, la Pasqua, la fatica, la sofferenza, persino la morte, diventano doni, i più preziosi che possiamo insegnare a riconoscere a queste vite a noi affidate, vite che vedranno un futuro che noi non vedremo, vite che potranno sfidare il tempo e il male, sapendo di non essere mai soli e che la Parola sarà sempre la loro Guida.

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