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È TEMPO DI RICOMINCIARE!

Categories: Rubriche,Sinfonia a due mani

A che punto siamo della nostra vita? Siamo ancora chiusi in casa o siamo usciti? In noi vive l’uomo vecchio o l’uomo rinnovato dallo Spirito?
Già da qualche settimana abbiamo ripreso in parte alcune delle nostre attività, altre le riprenderemo poco a poco, per altre ancora, come la frequenza a scuola, bisognerà aspettare. È stato un periodo difficile e, come per ogni evento della vita, bisogna adattarsi e reinventarsi, riorganizzare il tempo, le attività o le modalità, come ad esempio il lavoro da casa o le video lezioni con gli insegnati tramite piattaforma al PC, o ancora i “contatti” con amici e parenti tramite videochiamate. Fortunatamente Dio ha creato l’uomo flessibile e capace di adattarsi alle varie situazioni, anche le più dolorose.
Non sono mancate le difficoltà, ma questo periodo ci ha fornito paradossalmente anche delle opportunità: lo stare in casa tutti insieme, che se per alcuni è stato un incubo, ha visto incrementare sofferenze passate, incrinare relazioni già ferite, alterare equilibri già precari; al contrario, per altri non lo è stato affatto. Ringrazio il Signore perché per me e la mia famiglia è stata una grande occasione per fare quello che per mancanza di tempo non facevamo o facevamo di fretta e distrattamente, ad esempio abbiamo pregato di più e tutti insieme. Insomma il tempo e le attività sono state scandite in maniera diversa, più lenta, più pacata, meno stressante. Non nego che ancora adesso il mio corpo e la mia mente stentano a riprendere il ritmo, sempre stato “sprint”, mi trovo ancora in “modalità quarantena”, ma bisogna ricominciare…
In queste settimane ho pensato che da tanti punti di vista questo periodo è stato un’esperienza che rimarrà nella nostra memoria per tutta la vita, con dei risvolti psicologici non indifferenti, prima tra tutti la cosiddetta “sindrome della capanna”, ovvero la difficoltà che incontrano alcune persone ad uscire da casa, nel senso che dopo aver desiderato tanto tornare alla “normalità”, uscire, abbracciare tutti, ecc… la loro esperienza in casa è stata talmente positiva e serena che non riescono ad uscire dalla loro abitazione. Insieme a questo il fenomeno dell’ Hikikomori che è accresciuto vertiginosamente, e tante difficoltà che stanno incontrando alcuni bambini nell’apprendimento e non per ultimi i bambini/ragazzi con disabilità, i quali hanno visto incrementare le proprie difficoltà e quelle delle loro famiglie.
La pandemia del coronavirus e la quarantena che è seguita, probabilmente la racconteremo ai posteri e sarà scritta nella storia, e proprio per questo non possiamo ricominciare come se nulla fosse accaduto… Alla riapertura dei negozi, ho visto tanta gente per strada, il caos del traffico, il rumore, la ripresa della movida a discapito delle disposizioni contrarie, la maleducazione. Sembriamo essere tornati come prima con una sola differenza: la mascherina sul volto della gente, (a volte sul mento, altre sulla fronte) che non ci permette di esprimerci al massimo con l’espressione del volto e di cogliere i segnali dei nostri interlocutori, però ho notato che molta gente si irrita, se non addirittura si arrabbia, se vede qualcuno senza mascherina e che non rispetta le regole, ed è giusto, perché è necessario fare sacrifici per un bene più grande!
In realtà non è proprio tutto come prima, “qualcosa è cambiato”, per citare un film con Jack Nicholson ed Helen Hunt del 1997 (chi ha dalla mia età in su lo ricorderà). Eh sì, qualcosa è cambiato, ma molta gente un po’ per esorcizzare la paura del domani, un po’ per sedare l’ansia del contagio, ha ripreso da dove aveva interrotto la sua vita, anche nel tentativo di superare questa brutta esperienza e per rinascere. Ma per rinascere veramente, come disse Gesù a Nicodemo, bisogna farlo dall’alto, rinascere dallo Spirito (Gv 3, 1-15).
Quando si raggiunge un obiettivo, si conclude un percorso e si riparte, non lo si fa mai da zero, perché ogni volta ci portiamo dietro un bagaglio più ricco di conoscenze, esperienze positive e negative, ferite, relazioni… A volte occorre distruggere il vecchio per fare spazio al nuovo, occorre togliere le macerie per ricostruire un palazzo più saldo, cambiare stile di vita, bisogna mettere “vino nuovo in otri nuovi, non vino vecchio in otri nuovi” (Mt 9, 15-17), ovvero cambiare mentalità e non possiamo farlo se non ci guardiamo dentro illuminati dallo Spirito Santo.
In quarantena eravamo come schiavi, ora siamo liberi, però così come per l’acquisto della libertà (a tutti i livelli), anche la rinascita è un cammino da fare gradualmente, cominciando dalla meditazione interiore, poi dalla presa di consapevolezza, a seguire la motivazione al cambiamento ed infine la sua attuazione. Un cammino a tappe che non sono sempre lineari e che non finisce mai perché nella nostra vita camminiamo, ci fermiamo, torniamo indietro, cadiamo, ci rialziamo, proseguiamo… L’importante è non stare fermi, nella vita quotidiana materiale, relazionale, psicologica, come nella vita spirituale. Abbiamo sperimentato la nostra fragilità, la nostra finitezza, infatti è bastato un virus per metterci KO, abbiamo toccato con mano il nostro bisogno di assoluto e che senza Gesù non possiamo fare nulla e non possiamo avere la pace… Frà Felice in questi mesi di catechesi in streaming lo ha ripetuto in tutte le salse, ci è stata data un’opportunità ed è per questo che dobbiamo decidere come condurre la nostra vita d’ora in poi.
Anche se molte persone non lo hanno capito, cerchiamo di fare tesoro di questa esperienza “assurda” per certi aspetti, per alimentare ed aumentare la nostra fede, perché la fede non elimina la prova ma la trasforma in occasione di grazia nella quale risplende la potenza d’amore del Padre (cit.).
Cambiamo rotta, “bisogna che le nostre miserie e le nostre impotenze siano costantemente rianimate dal soffio della gioia, come le ossa aride di cui parla Ezechiele” (Roustang).
Chiediamo ogni giorno al Padre di mandare a noi il Suo Spirito per riempirci e per ricolmarci dei Suoi doni, per farci capire cosa dobbiamo modificare, limare, smussare del nostro Ego per aprirci all’altro e alla Sua grazia. In particolare nel giorno della Sua festa, la Pentecoste, chiediamo di camminare all’ombra delle sue ali mentre portiamo il vangelo agli altri, “lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità” (Rm 12, 12-13).

Buona Pentecoste, che lo Spirito Santo scenda con potenza su di noi e ci faccia riscoprire il nostro essere a immagine e somiglianza di Dio!

Dott.ssa Giusi Perna

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